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6/3/2007: La meglio gioventù

Trent’anni. Passati in un lampo. Ricordo ancora mia nonna che arriva a casa e mi consegna (uno dei suoi tanti doni per il nipote degenere!) la copia col cellophane – acquistata da Caboni Dischi, via Dante, Cagliari) di Burattino senza fili. Abbraccio forte nonna Bella (in realtà si chiama Saturnina, ma per noialtri era ed è semplicemente: Bella) e corro impaziente a depositare il 33 giri sul giradischi del compatto di Selezione Rider’s Digest. Chitarre in apertura, tessono trame da sogno. Due colpi sulla cassa della Eko e l’armonica “lancia”
il tema di E’ stata tua la colpa. Poi il tremolo di chitarra cupo e minaccioso di Mangiafuoco, il vezzo Rossiniano
di Dotti, medici e sapienti, la dolcezza e la consapevolezza di La fata e Quando sarai grande, il rock scatenato
di Tu grillo parlanteIn prigione, in prigione e Il gatto e la volpe. Album, inevitabilmente, dai tanti primati:
in termini di vendite, di permanenza in classifica, di session man (il meglio della piazza di allora: Tony Esposito, Ernesto Vitolo, Robert Fix, Gigi De Rienzo, Roberto Ciotti), di novità concettuali (la favola, adoperata come grimaldello per aggirare la pesantezza della retorica) e visive (primo album ad essere realizzato sotto forma
di videoclip). Da quel momento in poi per Edoardo fu la consacrazione definitiva. Suo malgrado, avvenne il salto di celebrità nell’ambito del cosiddetto “nazional popolare”: Il gatto e la volpe veniva programmata dai primi
dee jay nelle piste delle discoteche; genitori e figli fischiettavano Non vedi che è un vero affare
Quanti album da allora… Quante altre canzoni.
Ma Burattino rimane ancora oggi una (se non La) pietra miliare nella discografia di Edoardo. Probabilmente
Sono solo canzonette può competere in termini di vendite e popolarità. Caro Fronte, eccolo il leit – motiv,
il filo rosso che ci accompagnerà nel countdown che scandisce il Nostro secondo F –Day del 27 aprile. Festeggeremo noi stessi, ma anche questo trentennale. Inutile dirvi che le povere meningi di chi mi affianca
in questa avventura (oltre alla band, Giuliana, Maria Teresa, e buon ultimo Gianni Catani) stanno lavorando alacremente per servirvi un piatto succulento e indimenticabile. Un evento unico e irripetibile. Irrinunciabile.
Non posso anticiparvi niente di più. Qualche traccia l’ho fornita… Posso soltanto dirvi che non sarà il “solito” concerto. Stiamo lavorando affinché abbiate il meglio di quel che possiamo offrirvi. Consentitemi di ringraziare tutti coloro che pur non avendo partecipato al live del 2 marzo, ci hanno fatto sentire il loro affetto in tutti i modi…

Antonio Dubois

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16/2/2007: Peter Pan al Teatro Brancaccio (RM)

«Quando torniamo a casa, ti farò ascoltare la versione originale di questa canzone.»

Era più o meno questo il leit – motiv rivolto dai genitori ai propri figli,
durante la pausa tra il primo e il secondo tempo di Peter Pan. Il musical. Segno tangibile che il testimone musical – generazionale ha intrapreso il suo cammino verso i lidi Bennatiani. Lo scrivente, aveva (maliziosamente) pensato fosse in atto una strategia della comunicazione da parte dell’ufficio stampa del teatro Brancaccio. Eh, già perché il teatro in questione era sold out già giorni addietro. Per cui, vista l’impossibilità (causa targhe alterne) di assistere allo show il giorno 15, miracolosamente sono spuntati fuori gli ultimi due biglietti sul lato sinistro della galleria. Visuale ottima, leggermente “impallata” dall’impianto di amplificazione. Panoramica sulla sala stracolma di bambini e adulti di tutte le età. Sul parterre sottostante intravedo Tullio Solenghi, e, meraviglia delle meraviglie, il Prof., Dott., Presid., Illustr., Giovanni, detto Gianni, Minà.
Evidente segno del destino, poiché ero alla spasmodica ricerca del signore in questione. Giusto per informarlo dell’esistenza della band dei Falsi d’Autore e della mia attività compositiva. Rimando chiaro e lampante al fil rouge che lega Minà a Edoardo. Prologo ottimale per assistere allo spettacolo…
Si alza il sipario su una Londra ottocentesca e affollata. Ecco il menestrello che dovrebbe rappresentare Edoardo. Scorrono le note di Ma che sarà. Noto la commistione tra nuove e “vecchie” musiche con il solo di sax di Enzo Avitabile, integrato nei nuovi arrangiamenti. Memorabile il “bobbie” londinese che saluta e se ne va con
il suo sassofono… Al grido di Tutti insieme lo denunciam, va in scena la riunione dei genitori preoccupati per
le sorti dei loro rampolli. Cambio scenografico. Interno della camera dei fratelli Darling. Tra loro, noto Gianluca Grecchi, già piccolo, consumato, protagonista di Raccontami, fiction trasmessa in prima serata da Rai Uno. Ecco papà Agenore che raccomanda a Wendy di non dar retta alle “farfalle nello stomaco”, provocate dalla sua ostinazione nel credere nelle favole. Scorrono Ogni favola è un gioco e Fantasia. Personalmente non trovo azzeccata l’interpretazione vocale di Alice Mistroni. Ottime, invece, le armonizzazioni tra quest’ultima
con Frattini e Di Figlia. Gli «Ohhh…!» di stupefatta meraviglia infantile, salutano l’ingresso volante di Peter Pan – Manuel Frattini . Spavaldo e sicuro di sé, come il protagonista del libro di Barrie, Frattini, cattura l’attenzione degli astanti, divertiti dai suoi primi battibecchi con Wendy e Trilly. Poi, Peter, Wendy, John e Michael volano verso L’isola che non c’è, dove si racconta di quelle che erano Sono solo canzonette (eseguita in playback). Spazio ai cattivi, gente! È una pirateria in salsa glam – rock quella che prende corpo sul palco del Brancaccio. Claudio Castrogiovanni (Agenore), dà vita a un Capitan Uncino che trova radici (vocali e sceniche) nel mondo trasgressivo e colorato di Mister Renato Fiacchini, meglio noto come Renato Zero. ” Zeppe” stile “Kiss”, movenze coreografiche volutamente ambigue… Un modo come un altro, forse, per ridicolizzare taluni atteggiamenti machisti tipici della società contemporanea e tanto cari a una parte della nostra politica.
Il rock di Capitan Uncino, lascia la scena all’eccellente Riccardo Peroni (Spugna). Il tip – tap la fa da padrone. Dopo il liceo che potevo far, è la rilettura più riuscita dell’intera track – list del musical. Le luci si riaccendono. Pausa. Seconda parte. Si ricomincia con In fila per tre, che funge da marcetta per i “bambini perduti”, capitanati da John Darling, (Angelo Di Figlia) fratello di Wendy e Michael. Elogio di Wendy alla figura materna, con Viva la mamma. Lo scampato pericolo del rapimento di Giglio Tigrato, figlia del capo tribù indiano, è il pretesto per la scatenata Non so darti torto ragazzino (anche questa in playback). Coinvolgenti (e faticosi) i movimenti coreografici. Di grande efficacia anche il restyling del brano. È il momento di crescere, caro Peter. Te lo dicono tutti. Soprattutto chi (e c’è sempre) vorrebbe saperne più di te. Quando fai domande, è sempre la stessa solfa… Tutti rispondono: Quando sarai grande. Trilly ha ceduto alla gelosia; i fratelli Darling e i bambini perduti sono ostaggi della ciurmaglia di Uncino. Non è giusto che muoia Trilly. No. La fat” e il motto “Io credo nelle fate”, intonato dal coro infantile presente al Brancaccio, provvedono alla rinascita di Campanellino. Da un musical all’altro. Il riff dell’intro di Che paura fa Capitan Uncino è dannatamente somigliante a un brano del Grease
di John Travolta. È pronto il trampolino. E con esso Wendy. Nel covo dei pirati funge da ennesimo tributo alla figura femminile. Isola di tranquillità pacata, ove si infrange il burrascoso oceano maschile. Il Tempo. Giudice Inflessibile. Spietato. Non si sfugge, cari miei. Prima o poi, tutti quanti dobbiam ballare al ritmo del Rockoccodrillo. Cercando di non farsi divorare dalle sue fauci metronomiche. Gran finale con Frattini che dall’alto del suo volo abbraccia idealmente l’intero teatro Brancaccio. Probabilmente il momento più emozionante,
il giusto coup de théathre. Sono solo canzonette, fa da commento sonoro al tripudio del Brancaccio per l’intera compagnia. Chissà se Stefano Pulga e Mauro Spina avvertiranno l’entusiasmo del pubblico…
Credo di sì. É passata la mezzanotte. Scatta, da parte di Vannucchi, l’”arrembaggio” a Gianni Minà. È paziente e cortese, quando viene avvicinato da Giuliana. Viene informato dei saluti da parte di Giorgio Bennato, della band e i relativi progetti. In questo periodo è preso da mille impegni (Sanremo, l’uscita di due libri). Comunque, potremo consegnare il cd dei Falsi alla sua segretaria. Strano… Strana Roma… Da un po’ di tempo, volevo contattare Minà e il mitico PGC, ovvero Pier Giuseppe Caporale. Due mostri sacri del giornalismo (e non solo) italiano. Due colonne portanti della carriera del mio Maestro. La consacrazione definitiva di Edoardo è avvenuta anche grazie ai loro articoli, interviste, programmi televisivi… Mi piaceva ci fosse una prosecuzione ideale che legasse Edo, Minà, Caporale, Dubois e i Falsi d’Autore. Evidentemente febbraio è il mese nel quale si realizzano i sogni. Nel 2004 l’ufficializzazone da parte di Edoardo e di Giorgio, della band; l’anno scorso l’ingresso
nel forum e l’incontro e l’amicizia con Tony Cercola.

Antonio Dubois

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14/1/2007: Più fuoco che bugie

Per i più distratti, sto parlando di Fuoco e Bugie dai Campi Flegrei. Senza timore d’esser smentito, un lavoro assolutamente godibile. La massa di sensazioni che mi ha fatto prigioniero ha trovato un porto e stabile e sicuro. Come non provare un tuffo al cuore quando partono le note dello slow che fa da sottofondo al discorso
del Gatto e la Volpe. Colonna sonora inoltre, del duello di un Antonio Magurno vestito da gladiatore, e le panzane raccontate dal “manager” Michele Pecora (grande Frassica!) a due graziose fanciulle che desiderano conoscere Edoardo. Non posso sbagliarmi. Queste che vedo sono alcune riprese del Primo Video Clip nella storia della musica italiana! Ecco Tony Esposito,di bianco vestito, accanto a Edoardo che, insieme a una folla di curiosi, segue la “parata” dei due attori coi costumi della coppia di imbroglioni. Rewind on my mind: 1977, Domenica in, conduzione del Mitico Corrado Mantoni. Attesa fremente, tv in bianco e nero, io e mia sorella sulle spine. Presentazione di Burattino senza fili, con relativi video… E poi Edoardo, all’interno del set fotografico per gli scatti della copertina. La location: una mega azienda con tante scrivanie. Lui, barba accennata, camicia, cravatta, sguardo allucinato. Alienato e docile. Pronto per esser messo in riga, catalogato e controllato da Mangiafuoco. Eccolo poi, davanti al tavolo da disegno. Illustra un progetto e declama: «Questo è un progetto di prigione modello. Dove vanno a finire il gatto e la volpe & company. Si sta molto bene… É una prigione modello.» Ricordo il clip de La fata, girato in sala di registrazione, con “scandaloso” topless della bellissima modella che vestiva i panni di questa personaggio che accompagna l’immaginario maschile. Naturalmente non venne trasmesso a Domenica in, ma a L’altra domenica, rai 2. Il buon Arbore sapeva come far venire colpi apoplettici
ai funzionari televisivi dell’epoca. E io, come un cretino, a scattar foto allo schermo televisivo, convinto di catturare le immagini del mio beniamino. Non avevo fatto i conti con otturatore, tempi di posa eccetera.
Ritorno al presente: segue l’intensa interpretazione di Sogni, un brano nel quale mi riconosco. I Velvet sul palco con Una settimana, un giorno e a casa di Edoardo. Peccato che nella post produzione si sia scelto di inserire la versione in studio del pezzo. Chissà poi, chi è la “misterious woman” che compare nel verso In un momento solo conoscerti, amarti.  Seguono le ironiche elucubrazioni maniacali di Edoardo; si va dai germogli concettuali
che faranno da cornice all’album – concept L’uomo occidentale, alla richiesta (povero Giancarlo!) del panino con provola e mortadella. Non è misteriosa un’altra donna: mora, canotta bianca. In prima fila, davanti alle transenne. Bella. Accaldata. Trasognata. Rapita dai versi di Edoardo. Un’amica di molti di noi! Il dvd scorre via.
Veloce e deflagrante come un temporale d’estate. Breve e intenso. Come quando vado col pensiero agli anni trascorsi a domandarmi: «Chissà dove erano e cosa facevano loro…»
Probabilmente è il timore ancestrale di perdere di vista coloro ai quali voglio bene.
E di sicuro voi entrate a pieno diritto in questa lista un po’ speciale.

Antonio Dubois

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14/10/2006: Edo live @Cassino

Ultimo giorno di scuola…

Fronte di inguaribili utopisti…
Scrivo queste righe per raccontarvi dell’evento al quale ho avuto la ventura di assistere. Dopo (interminabili) suppliche da parte del mio sottoposto Dubois, ho accettato, malvolentieri, di accompagnare codesto saltimbanco ad una rappresentazione di altrettanti saltimbanchi. Con la (notevole) differenza delle quotazioni
in vil denaro tra i suddetti e il mio “assistito”. Ciò che vi narrerò, non è altro che cronaca fedele e circostanziata
dei fatti che seguono. L’equipaggio composto dal sottoscritto, Giuliana, e il guitto cagliaritano, incrocia strada e destino all’uscita del casello di Cassino. Ad attendere l’atipico trio ci sono Vitaliano (organizzatore musicale)
in compagnia di Achille (suo figlio). Un 12enne sveglio ed arguto. Fan del Guitto per eccellenza, Monsieur Bennato, e, buon ultimo, del reprobo Dubois. Stadio di Cassino, ore 20:30. Giuliana ritira gli accrediti forniti da Messer Massimo Tassi. Ci avviamo all’interno del campo. Per giunta sterrato. Già… Non è stato concesso il verde suol patrio dello stadio. Bensì un campetto limitrofo. Ci avviciniamo a Messer Tassi, che prontamente ci aggiorna sulle condizioni del Guitto Eccellente. A una domanda del guitto sardo, riguardo alla band che d’ora in poi accompagnerà Bennato, risponde: «Sì. Sarà la formazione al gran completo. Per la trasferta tedesca stiamo preparando la traduzione dei testi. Anche perché saremo ospiti di una radio». Dubois scherza: «Massimo, sarà al chiuso spero.» «Antò, là fa già un fredd’è pazzi». Rassicurazioni sul dopo concerto per un tete-a-tete con
il Guitto. Piacevole incontro con Maurizio e i suoi genitori, già presenti al live dei Falsi d’Autore in quel di Cervaro. Lo spazio polveroso, ben presto si riempie. 21:45, come dardo avvelenato viene scoccato l’attacco di Capitan Uncino. Atmosfera calda. Lo scrivente rifugge tali manifestazioni e… Fatica a controllarsi. Sul palco, i musicisti somigliano agli alunni in un ultimo giorno di scuola. Il capoclasse “sbracatamente” indisciplinato è un Britti scintillantemente istrionico. L’altro capoclasse (data l’acqua vista passare sotto i suoi ponti) osserva serafico e divertito il GianBurrasca capitolino. Innumerevoli le gag. Mentre Bennato presenta Le ragazze fanno grandi sogni, Britti batte il tempo sulla cassa della sua chitarra. La band assiste divertita. E poi, Alex (bisbigliando all’orecchio) chiede a Edoardo di eseguire Arrivano i buoni; sconcerto divertito della band, in primis del Sommo Ernesto Vitolo. Sommo Tastierista che viene (giustamente) fomentato da Tassi, Bennato, Britti e il resto della band durante il solo di Uno zingaro felice. Lo sbaglio di accordi del Guitto Eccellente su Una su un milione; self control e imperturbabilità del Vate che dice: «Mi sa che bisogna suonarla in RE». Britti si sganascia dalle risate con il volto appoggiato sulla spalla di Edoardo. Il buon Alex dà libero sfogo alla sua romanità ritrovata dopo tanto vagabondare, in una cittadina che sta a egual (più o meno) distanza fra Roma e Napoli. Il fato meteo, non più avverso, ha deciso che Cassino sarebbe stata teatro del “The End”. Segue la presentazione di Il tempo va. Alex, con la consueta autoironia:«Da bambino ho scoperto il blues. Ascoltavo lui, il mio Mito (Bennato).
Poi, il bambino è cresciuto seguendo il Mito. É diventato un musicista. Il tempo è passato. C…o! Però il Mito resta sempre il Mito!». Applausi scroscianti. E, prima dell’alzamani generale (finalmente) la presentazione dei musicisti. Giusto tributo a chi ha contribuito alla riuscita di questa avventura. Saluti finali, con la certezza che
la collaborazione (prima o poi) riprenderà. Transenne. Backstage. Messer Tassi, dopo appena mezzora, ci accompagna al camper che ospita Edoardo. Achille e il guitto fremono. Bennato discende le scale. Ci saluta.
Il saltimbanco cagliaritano si fa autografare la copia n°1 di Originalmente… Falsi, (il cd contenente il meglio delle esibizioni live dei Falsi d’Autore) e Fronte del Bastimento. Il Guitto Eccellente ironizza:«Queste copertine,
mi sembra di conoscerle…» Dubois, di rimando: «Edoardo, sono quelle della tua cover band ufficiale!». Sguardo
di Edoardo alla scaletta delle song inserite nel cd dei Falsi. Approvazione e poi, ghignante: «Meno male che adesso non c’è Nerone!». Foto di rito tra il Guitto e il reprobo, con Dubois che sibila a Edoardo qualcosa riguardante le sue chitarre. Un giovine stilista domanda a Bennato dove possa inviare il suo materiale. Risposta del Vate «Via Croce di Piperno 42…» Il mio accolito, prontamente apre il giubbino esclamando:«Alle Edizioni Musicali!» puntando poi l’indice sul numero impresso a caratteri cubitali, sulla maglietta d’ordinanza color verde. Sorriso accondiscendente del Bennato nei confronti del mio “assistito”. Toccata e fuga da Britti. Sempre
il saltimbanco cagliaritano. Inesauribile. Faccio fatica a contenerlo. «Alex, che marca è la dobro elettrica con la quale esegui Every day and every night?» Risponde il GianBurrasca capitolino: «Non la trovi. L’ho assemblata io!»: Giunge il tempo del commiato. Ancora scatti tra Giuliana e Giorgio Darmanin. E Massimo Tassi.
Che cavallerescamente dona una copia del suo passi alla gentil pulzella. Achille è in estasi. E ne ha ben donde.
In un colpo solo ha ottenuto autografi e foto dal suo Mito. Affidiamo il 12enne a Vitaliano, strappando un mezzo impegno per una prossima data dei Falsi d’Autore. Sempre che il coscritto si comporti adeguatamente. Beninteso. Ritorno a Roma. 4 e 30 del mattino.
Orario canonico per chi vive nel vizio della frenesia del tempo mendace. Mi adeguo.
Saluto il mio “pupillo”, che ringrazia il sottoscritto per l’elargizione. Non faccio una piega.
Purtroppo, le mie scarne conoscenze tecnologiche (ingombranti facezie!) ad oggi non mi consentono di illustrarvi codesto racconto. In seguito, con l’aiuto di Madamigella EmmeTì, vi renderò partecipi di codesta avventura, pubblicando i fotogrammi succitati.

Augurandomi di non avervi tediato oltremodo, dalla mia dimora tartarea, vi ossequio.

Cyrano (Ivan) Castigamatti

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5/6/2006: Edo live @Hard Rock Café (RM)

«Edoà! Me regali n’ armonica anche a me?…»
Questa la richiesta rivolta a un basito Bennato da parte dell’ ineffabile Comandante Antonio. Con nonchalance
e una buona dose di faccia tosta. Riavvolgiamo il tape di questa serata. H. 17:30. Arrivo con Giuliana sotto casa
di Antonio e Teresa. Roma. Atipica Roma per un sabato di giugno. Zona: via Veneto. Traffico: non pervenuto. Già…  Perché il grosso della confusione si è spostato a S. Pietro, poi, stasera c’ è il live di Ligabue allo stadio Olimpico; il ponte del 2 giugno. Comunque, Roma. Sorprendente Roma. Ci raggiunge Paolo, fratello di Antonio,
e ci spostiamo in quel di via Veneto. Hard Rock Cafè. 18:30, orario perfetto. Del duo Bennato – Britti nemmeno
l’ombra. Fuori, fra turisti, avventori, fans, fotografi, non c’è neanche tanta ressa. Io ed il comandante Antoine stiamo perennemente col naso insù. Perché? Dovete sapere che all’ interno dell’ Hard Rock Cafè, sono esposte delle “memorabilia”, (in questo caso musicali) che artisti di fama internazionale hanno donato a questo locale. Fanno bella mostra di sè la Rickenbaker di Roger Mc Guinn (Byrds), un dipinto di Alex Van Halen (fratello di Eddie) e  innumerevoli golosità per appassionati. Un vero e proprio Louvre delle sette note, al centro di Roma. Sono ormai le 19:30, con disappunto,faccio notare al Capo Antonio il manifesto dell’ evento: alla manifestazione, promossa da una Onlus che si occupa di bambini autistici, è prevista la sola partecipazione di Britti. Ragiono: probabilmente era stato raggiunto l’ accordo prima del sodalizio con Edoardo… Mmmmhhh… Possibile. Plausibile? E poi, chissenefrega! L’ importante è lo scopo dell’ evento: i bambini. 19:45, Giuliana (saggiamente) ci consiglia di prendere posto all’interno, prima che il locale si riempia e manchi lo spazio per il piccolo Fronte. Posizione strategica: il palco, dista da noi 2 metri circa. Antonio , con disinvoltura, si accomoda al tavolo della stampa, al suo fianco, un’avvenente fotografa. Il sottoscritto e Paolo, in piedi. Giuliana, intanto, si “fionda” verso la (splendida!) p. r. del locale. Sia benedetta la pragmatica Complicità Femminile! Vannucchi, riesce ad “estorcere” informazioni preziose: il duo (alla faccia di quelli che ancora aspettano al di fuori!)  è già all’ interno dei camerini. Edoardo è accompagnato dal fido Massimo Tassi. H. 20:00, o giù di lì: la p. r. effettua (per ben due volte) la presentazione della coppia. Applausi scroscianti. Entra Alex, abbronzatissimo, seguito da Edoardo.
Si sistemano sopra due ( scomodi) sgabelli. Il buon Tassi posiziona aste e microfoni e… Via! Parte
“O’ MASTO”, il Maestro! Con piede frenetico, tarantolato, introduce Mangiafuoco. Tifo e canti da stadio, Dubois doppia il cantato e aggiunge il ribattuto  «e ti dichiara – chiara – chiara – chiara… Pa – Pazzo!!!» Segue a ruota Notte di mezza estate con Edoardo che “tira la volata” al Bimbo di Roma. Nettamente, tra gli applausi,
si percepisce l’ugola del Falsautore che emette un: «Daje Alex, Daje Roma!!!». Antonio, preoccupato, mi guarda perplesso. Tutto ciò a causa della militanza giallorossa del Britti e dei suoi accordi da Bluesman Capitolino. Scusate la deviazione, torniamo a noi. Il meglio, lo raggiungo sul refrain: «Tira fuori la lingua…» D’ istinto,
mi esibisco in una (amichevole!) linguaccia rivolta alla coppia sul palco. Si prosegue con La vasca. Edoardo sbaglia tonalità di armonica. Sono rincuorato: succede anche ai Grandi! Alex, fingendosi arrabbiato, chiede perché non battiamo il tempo con le mani, come per Notte di mezza estate. Ridiamo e eseguiamo. Giuliana, intanto, ha consumato metà rullo fotografico. Gran finale con Capitan Uncino, dove, i 4 del Bastimento rafforzano il cantato di Edoardo. Dubois, in particolare, si permette addirittura di eseguire il controcanto! Edoardo (per forza di cose!) guarda fisso in direzione del quartetto. Durante l’ esecuzione del brano chiede ad Alex, il nome del panino che preparano all’ Hard Rock. Alex: «Mi pare… Leggenda! No! Leggendario!» Il pubblico ride. Cavalcata fino a «e’ questo il vostro ringraziamentoooo???» Finale travolgente! La Guild di Britti regge all’urto delle sue svisate, del suo energico “bending”! Arriva il momento della donazione: Alex consegna la sua 6 corde ancora intrisa di umori musicali. Autografo sulla cassa. Autografi e foto per i fans. Edoardo regala la sua armonica, astuccio bianco. Si esibisce ancora al microfono, in un virtuosismo che ha il sapore del delta del Blues, Mississippi, Devil cross, Polvere, Vento impetuoso… Poi, si siede. In un cantuccio sopra il palco. Al suo fianco Alex continua a firmare autografi. Edoardo si avvia, seguito da Massimo Tassi, verso i camerini. Antonio, mi riferirà di un suo ringraziamento nei nostri confronti : «Grazie per il vostro sostegno!». Giuliana, intanto, “placca” Massimo Tassi. Parola d’ ordine: «Siamo i Falsi d’Autore, tribute band ufficializzata da Edoardo!»
Tassi: «Come No! Vi conosco bene!» Giuliana: «Volevamo salutare Edoardo…» Tassi: «Jamme Guagliò!»
Il quartetto, con Tassi in avanscoperta, si avventura nel girone dantesco delle cucine del locale. Ecco il Maestro, poggiato sul fianco della porta del camerino. Giuliana: «Ciao Edoardo! Anzitutto scusaci per la telefonata notturna del 27 aprile…» Ghigno di Edoardo tra il “fintoarrabbiatobonario” che annuisce. Scuse accettate. In un impeto cameratesco spalanco il giubbotto di jeans di Antonio ed esclamo: «Edoardo! Vedi che siamo dappertutto?» Notare che Antonio indossa una sgargiante “Campi Flegrei 55″, rouge. Sorriso del Maestro.
Foto di rito con Giuliana, Paolo e Antonio, e il quartetto (quintetto con Edo) con Dubois accosciato al centro.
Non è finita. Grazie alla complicità del duo Tassi – Vannucchi, ci sono autografi sulla scaletta del 27 aprile, sul testo di Fronte del Bastimento, e (udite, udite!) sul cd – master del brano di Dubois. Gran finale di foto e news col buon Massimo Tassi. Una su tutte: continua il matrimonio tra Edo e la sua band! E poi… Meglio non svelare troppo, vero Antonio? Si ritorna indietro. Destinazione TeresAntonio home. E qui, l’ Antonio svela “one secret side”… Ebbene sì! Destreggiandosi tra pirofile, fornelli, e quant’ altro, il Comandante ci prepara una cena sopraffina: beaucop beaucop novelle – cuisine! A parte il primo. Spaghetti con trionfo di emmenthal e… Ingredienti top secret. Si prosegue con tortino di spinaci e funghi porcini. Again: mini soufflè con salmone e gamberetti. Poi insalata, macedonia di frutta e gelato. Il tutto innaffiato da un Rapitalà bianco. H. 22:30. Teresa, giustamente, ci consiglia di eseguire lo “show – case”. Fiato alle trombe: Antonio: voce, chitarra elettrica, armonica, kazoo / Paolo: bonghi / Dubois : voce, Eko 12 Ranger, armonica, kazoo. “Parterre de roi” (in questo caso “de Reines”) Giuliana e Teresa. Si comincia con È stata tua la colpa.  Seguono Feste di piazza, Quando sarai grande, Tira a campare, Facciamo un compromesso, Campi Flegrei, Detto tra noi, L’ isola che non c’ è, Un giorno credi, La fata, e (per la “gioia” di Paolo!) Mangiafuoco. Non basta! Signor Censore, Nisida, Canzonette, Il gatto e la volpe, e (degna chiusura!) Mestieri che si inventano. Mezzanotte arriva in fretta. E passa…
Uno sguardo alla performance video – giornalistica di Antonio su La7, la consegna della vhs e dei dvd (per voi, Brothers!) del live del 27 aprile, il commiato da TeresAntonio.
Con una promessa:«La prossima “musicena” a Guidonia!»
1:15, 4 giugno. Roma sfila immobile e oziosa davanti ai miei occhi…
Another time, another place… Nuvole minacciose…
Cavalli alati o cattivi pensieri?… Solo vuoti vortici, probabilmente…

Antonio Dubois

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