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1 giugno 2008: Live al San Pio X – Vicenza

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Dal Forum del www.bennato.net

Domenica 01/06/08 - Dopo una ricca colazione e l’incontro con la squadra di E::magine partiamo per il carcere di Vicenza. Ad attenderci un rigoroso e inflessibile servizio di vigilanza. Lasciamo i cellulari dentro la macchina di MT, consegniamo i documenti al primo ingresso. Veniamo forniti di pass da esporre SEMPRE
in bella vista. Paul Di Silvio entra con il Ducato all’interno delle mura. Prima dell’ingresso nella sala che ospiterà il live, superiamo altri portoni meccanici.
Atmosfera assolutamente irreale. Piombo che fodera il cuore. Fortunatamente il carico e scarico strumenti funge da diversivo per la pesantezza dei nostri sentimenti.
Ad accoglierci Yuri, tecnico suono e luci di prim’ordine, che ha già allestito il nostro set. Il check viene fatto in modo veloce, anche perché dobbiamo riprendere armi
e bagagli musicali per effettuare la prova dell’impianto di Eugenio a piazza S. Lorenzo. Purtroppo, un disguido comunicativo ce lo impedisce. Proveremo più avanti. Dopo un pranzo molto veloce partiamo nuovamente per il carcere, affiancati da Valentina e Alessandro. A loro l’onere delle foto-riprese carcerarie. Il tempo scorre velocemente e noi dobbiamo forzatamente rispettare i tempi di esibizione. Pronti. Introdotti dal cappellano i detenuti fanno il loro ingresso. Noto la platea divisa in due; alla mia destra tunisini, marocchini, comunque ragazzi di colore. A sinistra i bianchi, etnia slava. Come mi spiegherà Maria Teresa, gli slavi sono quelli che lavorano all’interno dell’istituto. Apriamo le danze con Asia e in un attimo l’atmosfera si infiamma di un tifo pazzesco. Sulla mia destra un ragazzo corpulento canta le canzoni di Edo e fomenta i suoi compagni anche perché la scaletta è particolarmente “calda”: Zen / Meno male che adesso non c’è Nerone / Signor Censore / La luna / Asia Mangiafuoco / Il gatto e la volpe / L’isola che non c’è / Sbandato / Il rock di Capitan Uncino / Notte di mezza estate / Viva la mamma / Nisida. Poche parole, tanta energia e attenzione su quanto succede in sala. Sì perché comincio a notare parecchio entusiasmo, e anche i secondini hanno la stessa percezione. Propongo
un break con L’isola che non c’è. Ma evidentemente non serve, visto che l’amicone corpulento –col sorriso smagliante- invoca Vasco Rossi! Pronta la mia risposta: «Vattelo a vedè all’Olimpico!!!» e senza nessun timore attacco Capitan Uncino. Esplosione della sala e “pace” fatta. Fino a Nisida viaggiamo in carrozza trasportati dall’entusiasmo della sala con Fusto e Figus particolarmente divertiti. L’acustica non è delle migliori, ma chissenefrega!!! Nei ringraziamenti finali sposto l’onda entusiasta sul cappellano del carcere che viene immediatamente travolto dal calore della platea. Riaffiorano reminiscenze dei Blues Brothers. Terminata l’esibizione
mi appresto a ricevere i ringraziamenti di tre italiani che hanno assistito al live. Particolarmente toccante la testimonianza di uno di loro: «Grazie, perché ci avete fatto vivere un’ora incredibile facendoci dimenticare per un attimo le 20 ore che passiamo giornalmente dietro le sbarre…» Mio unico rammarico è non aver dedicato
più spazio a queste persone. Anche i secondini sono soddisfatti e l’iniziale diffidenza si scioglie in una visita guidata per i miei ragazzi all’interno del penitenziario… Abbiamo il tempo di caricare il furgone per l’ennesima volta e partire per piazza S.Lorenzo.

Antonio Dubois

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