25 maggio 2007: Live con Hill Side – piazza – Cercola (NA)
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Dal Forum del www.bennato.net
Benedetto maggio… Mese da un po’ di tempo ostile ma chissà perché anche gravido e foriero di avvenimenti professionali che lasciano il segno. Cicatrici indelebili. Confini marcati. Come a ricordarmi che d’ora in poi niente sarà più come prima. Tutto comincia con una mail notturna inviata a Gennaro Scarpato.
Gli comunico che farò di tutto per assistere al live degli Hill Side in quel di Cercola. Risponde che sarà felice di abbracciarmi. Oltre a una folta schiera di amici,
ha avvisato anche Edoardo e Giancarlo. Telefonata e appuntamento con Sweet Nancy da Bagnoli. 18.30, partenza. Roma – Napoli scorrevole nonostante i lavori di varia natura e gli emuli di AlonsoMassaSchumaker che danno il “meglio”(?) sulla striscia NeroAfosa. Dopo Cassino, chiamata di Giuliana per sincerarsi che gli Hill
siano già a destinazione e per informarli che stasera saremo nel “parterre”. Verba Phone di Gennaro: «Ti confido un segreto: siamo più o meno 100 km dietro voi. Traffico infernale da Firenze in poi…» Ho l’impressione che la band, non farà neanche il check. Casello, tangenziale, uscita Doganella. Ecco La Fata in splendida forma (onore a cotanta Mammà!) che ci avvolge in un abbraccio affettuoso. Ultime istruzioni, Cercola è l’uscita dopo. Arriviamo nel corso principale. Ecco il palco. Fortunatamente c’è una buona disponibilità di parcheggio. Ci avviciniamo mentre Gennaro sta ultimando il montaggio della batteria e Giuseppe è intento a sistemare le pedaliere. Mi accorgo immediatamente dell’assenza di Max Ciaccio. Al suo posto suona Francesco Gabbanini, Ragazzaccio left hand da Pistoia, Toscana. Salutiamo Gè. Giuseppe si illumina in volto riconoscendoci e indicandomi dice: «Tony rimani nei paraggi. Quando ti chiamo sul palco canterai Una settimana,
un giorno.» Deglutisco a fatica per l’emozione e con una faccia come il c… replico: «Giusè, io la eseguo in Mi…» Espressione perplessa di Giuseppe. Lo rassicuro immediatamente con un sorriso: «Dai! Non c’ è problema! In Mi, in Re, in La… La canto come vuoi tu.» Tra il pubblico riconosco Annibale Guarino. Vado a salutarlo. Ci scambiamo notizie sui rispettivi impegni e commetto una topica pazzesca, citando il suo impiego l’indomani a Bitonto. D’altronde, per me come per altri, è così naturale pensare al sax di Guarino nei live di Edoardo. Come prevedevo non c’è tempo per il check. O meglio: quest’ultimo viene effettuato in corso di esibizione. Grande service, grandi Hill. Giuseppe, da consumato showman, dà indicazioni ai tecnici tra un brano e l’altro. Ironizza sulla parentela che lega gli Scarpato Bros
al candidato sindaco Aldo Improta. «In effetti», spiega Giuseppe «devo a lui la mia passione per la musica. Mi prestò la prima chitarra che è tuttora conservata gelosamente nella casa dei miei genitori…» Rivolto all’aspirante sindaco dice: «Mi dispiace, non te la restituisco». Applausi e grande affetto del pubblico di Cercola. Scaletta impreziosia da una carrellata di gemme del rock mondiale. In primis i Police, grande amore di Giuseppe, con Message in a bottle e King of pain,
(per l’occasione ribattezzata da me e Nunzia in ”Chillo è ghei) poi Little wing di Jimy Hendrix, Come together dei Beatles, Get up and stand up e I shot the sherif del mitico Bob Marley… Gennaro (oltre alla batteria) è impegnato ai controcanti e all’armonica. Francesco Gabbanini risponde colpo su colpo al drumming potente e multicolore di “Nero”. Giuseppe con la sua sei corde a volte ricama linee morbide e sinuose, a volte note che diventano taglienti come lame. Momento topico quando giunge la parentesi acustica, con Gè che descrive il cajon: «Qualcuno mi ha detto dove avevo comperato questo strumento. Semplice: l’ho ricavato da un comodino di camera mia…» e suona quella che io conosco come ”cascitta drum’s”. Termine coniato dal Percussautore, al secolo Tony Cercola. Trattasi per l’appunto di una cassetta di legno, da percuotere con le mani, sulla quale viene montata la cordiera di un rullante. Una parte viene usata come cassa. Uno strumento “povero”,
che necessariamente doveva sostituire la batteria. Con il piede sinistro poggiato su un tamburello bianco, Gennaro dà il tempo dell’esecuzione e canta…
Dopodiché arriva la performance che tante volte ha strappato applausi nei live di Edoardo: la ”drum question” tra batteria, appunto, e percussioni.
Cambio in corso d’esecuzione fra Gennaro e Giuseppe, con Francesco che tiene il tempo sui tom. Gennaro a centro palco con jambè e fischietto. Inevitabile non pensare a Mangiafuoco. Pubblico che si accalora e sostiene il ritmo tribale. Intanto è arrivato Edoardo. Lo intravedo mentre parla con Annibale. Si sparge la voce
tra il pubblico. Quello che è successo in quegli attimi ci è stato raccontato in seguito da Gennaro. Io, Nunzia, Giuliana e lo stesso Gennaro siamo rimasti toccati
ed emozionati. E’ il my moment. Giuseppe tesse una bellissima presentazione, raccontando di come My Space sia uno strumento fondamentale per conoscere e apprezzare altre realtà musicali altrimenti difficili da raggiungere e ascoltare. In un mondo, quello dello spettacolo, abituato a gelosie, invidie, colpi bassi.
Mi invita a salire sul palco e intanto tira fuori un foglietto: «Stasera mentre viaggiavamo in autostrada è arrivata la telefonata di Tony che ci diceva che sarebbe venuto al nostro live. Immediatamente ho pensato di fargli eseguire un brano di Edoardo. Il problema però, è che Francesco non conosce il brano, quindi nella sosta all’autogrill ho scritto gli accordi su questo foglio.» Giuseppe mi indica la sua Sciuscià da imbracciare. Saluto il pubblico e mentre Giuseppe si posiziona accanto a Francesco, spiego che questo è il primo pezzo scritto da Edoardo, su una panchina, a Santiago del Cile.
Plettro d’ordinanza by Scarpato e partono le note di Una settimana, un giorno
Comincia la giostra vorticosa di emozioni… Strano. Mi sembra di aver sempre suonato con Peppe e Gennaro. Successe lo stesso con Tony Cercola, quando mi accompagnò alla darbuka su Angeli della città. Come quando desideri così intensamente qualcosa. La brami. La cerchi. L’aspetti e lei si presenta nei tuoi sogni. Perfettamente Inaspettata. La realtà però è questo palco. Con questi musicisti. Con Nunzia e Giuliana che cantano le strofe del pezzo e mi sorridono.
Gennaro esegue l’ultimo giro di armonica. Rallentiamo. Chiudo con un Re. Mentre il pubblico applaude convinto che il brano sia finito, parte lo stacco di tom
ed esplode la chitarra di Giuseppe. Micidiale. Non trovo altre parole. Mi faccio da parte per lasciare la scena a Peppe e mi affianco a Gennaro.
Dinamica impressionante di basso e batteria. Nel riff finale Giuseppe si accartoccia su se stesso fondendo anima e corpo con il suo strumento. Applausi della platea.
Abbracci con Peppe. Lucida, splendida realtà di una notte napoletana.
Che prosegue nella cena alla quale abbiamo l’onore di partecipare. Una tavola rotonda, enorme, accoglie gli oltre venti commensali con delizie gastronomiche
di altissima qualità: prosciutto, provola fresca, mozzarella di bufala, ricotta, alici marinate, tagliolini con scampi e vongole, cocomero e melone… Meno male che Giuseppe ci aveva detto: «Vi va di venire a mangiare una pizza?». Si finisce, sulle note di ‘O surdato ’nnammurato con un brindisi alla giunta del candidato Improta.
E‘ arrivato il momento del commiato. Salutiamo il papà di Gennaro e Giuseppe. Ringrazio i Bros per questa favola che è diventata realtà. Non ci sono parole.
Non servono. Basta un abbraccio. Adesso bisogna riportare la Principessina di Bagnoli nella sua residenza… Rientro con caffè corroborante.
Ancora adrenalina da smaltire. Vedo l’alba prendere possesso dei sogni di coloro che dormono…
Mi piacerebbe dar loro qualche altro scampolo del buon Morfeo. Non interrompere le loro nuvolette.
Grazie Giuseppe. Grazie Gennaro. Grazie Hill Side.
Ciao Fronte. Non smettere mai di sognare. E non farmi smettere di sognare…
Antonio Dubois