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8 agosto 2009: Live a Colle di Roio – (AQ) 

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Dal Forum del www.bennato.net

Roio Live & Love Night 8/8/09 Colle di Roio (AQ)

«Grazie per quanto state facendo…» Queste le parole –stupefacenti per noi- del gestore di una mensa a prezzi popolari situata nei pressi della vecchia stazione
di L’Aquila. Ci ringraziava anticipatamente per quanto ci apprestavamo a realizzare. Noi commedianti, commessi viaggiatori di frizzi e lazzi, piombati come corpo estraneo in questa terra stanca di essere ferita. Due gli incontri da me avuti con l’Abruzzo, entrambi a L’Aquila: il primo con una gita fuori porta, fra i ricordi la salita interminabile che dal parcheggio sotterraneo porta in superficie e poi, a settembre, il live in piazza Duomo nel tour Bennato-Britti con la pioggia che miracolosamente cessò sull’attacco delle note di Capitan Uncino. La stessa piazza Duomo che la notte del 6 aprile si riempirà di persone terrorizzate e incredule per quanto stava accadendo… Colle di Roio è lì a pochi chilometri. O meglio così sarebbe per l’intelligenza cibernetica di google map che non tiene conto dell’immane sconvolgimento che ha subìto questa regione. Il manifesto dell’evento ci guida come una polena colorata in cerca della giusta rotta.

I 100 e passa chilometri sono presto dimenticati; Colle di Roio ci accoglie con “l’esercito” veneto della Protezione Civile. 

Per i driver-musici è ora di cominciare. 37° dell’otto di agosto. Non è Giamaica. È Abruzzo.

Si svuotano i van, si scarica quanto servirà per questa serata speciale 

seguita passo passo, cavo dopo cavo, dal nostro magic trio della fonìa: Davide, Dario e Luca. 

Intanto, Maria Teresa -sesta colonna dei FDAB- si “diletta” ad etichettare il nostro materiale. Tra l’impegno che avrà per foto e video non ha idea di cosa l’aspetta…

In tutto questo fervore, l’improvvisato stage comincia a prender forma.

Significativa e fortemente evocativa la presenza di un albero all’interno della tensostruttura; il segno –tangibile- che la vita continua.
Deve continuare. Nonostante il pessimismo ormai cronico di Dubois ogni problema ha la sua soluzione. Parola di fonici!!!

Intanto, c’è chi –invece che con le note- si diletta col tennis-tavolo. Trattasi di strategia della dis-tensione…

Ore 19, comincia il check dei Zio Rufus, interpreti eccellenti di Mr. Adelmo Fornaciari, funestato da qualche problema di troppo.

E poi, beati gli ultimi perché saranno i primi! SFD (Senza Fissa Dimora) direttamente dal Veneto con il loro canzoniere Battistiano,
virato con quel tanto di Zucchero che basta… 

Di fuori, la temperatura comincia a scendere con un cielo terso che rapisce sguardi e pensieri…

Naturalmente e come da copione, sforiamo abbondantente con il sound-check. Tanto che veniamo richiamati all’ordine da Miss Livraghi perché è giunto il momento della cena. Tutti in fila appassionatamente a pregustare con vista e olfatto quanto di buono hanno preparato i cuochi veneti. Che a quanto pare non ammettono lamentele sul loro operato… 

D’altronde sembra che siano tutti d’accordo sulle doti culinarie dei nostri chef.
Intanto, Il convivio sembra il luogo giusto per studiare strategie sulla serata che di lì a poco comincerà. 

Nel campo di Colle di Roio la notte di vita e amore prende forma e decolla con la scaletta briosa ed energica dei SFD:
Alessandro (basso)

Lucio (voce e chitarra)

Claudia (voce)

Paolo (batteria)

Andrea (chitarra)

danno il la con un repertorio –riveduto e corretto- a base di Mina, Battisti, Formula 3, PFM, e –poteva mancare?- Zucchero.
Si ascolta musica e si smanetta col bigliardino, o calcio balilla, fate un pò voi…

Arriva anche il nostro momento. 

FalsiDellArchitettoBennato a rapporto: Daniele Trissati (chitarra)

il nostro amico – ospite Antonio Di Silvio (chitarra e cori), Paolo Di Silvio (percussioni e cori)

,

Giorgio Foresi (batteria)

,

Mirko Sgambetterra (basso)

Questa la scaletta: 1. Nerone 2. Si tratta dell’amore 3. La luna 4. L’isola che non c’è
5. Mangiafuoco 6. Il gatto mangia il topo 7. Sono solo canzonette 8. Il gatto e la volpe
9. Chi beve, chi beve 10. Sotto viale Augusto 11. Il rock di Capitan Uncino 12. Nisida

I momenti più intensi del set sono quelli dedicati alle ballad La luna e L’isola che non c’è,
con riferimenti quanto mai appropriati per quanto sta vivendo la popolazione…

Introdotta dal ricordo di una delle tante visite del premier, parte la nostra personale versione di Mangiafuoco, che sembra essere apprezzata anche dal batterista
dei Zio Rufus che ascolta alle nostre spalle. Momento topico del brano, il solo di djambè di Paolo Di Silvio prontamente ribattezzato come Paulinho Da Silva

Intanto, una parte dei SFD finalmente rilassati e appagati per il loro precedente set, si godono il mambo di Il gatto mangia il topo

Alla bagaria del Maestro Partenopeo partecipa anche colui che ha organizzato questo evento speciale: monsieur Paolo Pol.

Con Chi beve, chi beve l’atmosfera del mercato della Pignasecca con i suoi colori e le sue mille voci si trasferisce direttamente in Abruzzo.
Entrano in scena i venditori –veri e abusivi- di pesci, dolciumi, sigarette, bibite e quant’altro. Ma anche gli intrallazzatori di mestiere. I veri padroni di Napoli…

E’ giunto il tempo per il Rythm & Blues dei Zio Rufus, con la pianura padana che si trasforma nel sud degli States.
Piantagioni di cotone, bordelli di New Orleans, umidità bestiale e tanto… Zucchero!

Con un’ambientazione di abat-jour e un repertorio di pura energia Stefano –il lead vocal della band-
e i suoi brothers incollano sulla panca delle emozioni la popolazione – e non solo- di Colle di Roio.

Il loro set ha un sapore particolare in più: sono abruzzesi e come la gran parte di coloro che assistono al live hanno subìto l’onta del 6 aprile.

Infine, a corollario di un’ora innaffiata dallo SugarSound, arriva –per chi scrive- il momento più emozionante di tutto lo show.
Quando fu il momento di raggruppare energie e risorse per far sì che questa serata avesse un senso, mi venne in mente di chiudere i giochi musicali
con l’interpretazione corale di Diamante. I rispettivi cantanti erano d’accordo. Tutti i conti tornavano: gli SFD che oltre a Battisti propongono Zucchero come cavallo
di battaglia; la mia recente “conversione” –nel senso di armonizzazioni vocali- con interventi nel repertorio italiano proposto dalla band del mio amico Enrico Andreatta;
i Zio Rufus che hanno fatto del buon Fornaciari una religione nonché una nobilissima attività lavorativa. Diamante evoca tempi andati di guerre, matrimoni alla buona, amore eterno… Mi sembrava la canzone giusta per ringraziare chi ci ha ospitato, augurando loro di ricominciare. A vivere, a sognare, a partecipare a quanto c’è ancora di intatto. Stefano chiama a gran voce me e Lucio dei SFD. Non ho la tonalità di armonica giusta per suonare il brano, a quel punto Di Silvio senior –novello Eta Beta- sfodera dal suo carniere una Blues Harp in Si bemolle. Quella giusta per le note di questo splendido pezzo scritto da Francesco De Gregori.
Fatico tuttora a raccontare quanto accade fra noi… Con mia grande sorpresa riesco a incunearmi con l’armonica nei riff della tastiera.
Tutto è così semplice che sembra che abbiamo preparato il brano…

Con Lucio è uno scambio di strofe e controcanti. 

Tutti quanti noi sappiamo ciò che rappresenta questa canzone, ma nonostante tutto, lo sforzo per cercare di dominare l’emozione è vano…
Stefano e Lucio sono visibilmente commossi e intorno a noi sentiamo pulsare all’unisono il cuore di chi ci guarda…

E’ finita qui? Neanche per sogno! Non pago della nostra prestazione, Stefano ci invita ad eseguire un bis: si tratta di Hey man, chiusura degna di una serata cominciata presto e che ancora deve terminare. Finale contornato dagli abbracci fra i musicisti, il vino veneto stappato e bevuto al di fuori dal campo,
la temperatura che da 37° precipita a 17, i chilometri che ci separano da casa.

Grazie Abruzzo, per avermi concesso una piccola occasione per riparare a quanto non ho potuto fare…

Dedico queste righe a quanti hanno profuso -assolutamente gratis- impegno e risorse.

Antonio Dubois

 

 

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