Per i più distratti, sto parlando di Fuoco e Bugie dai Campi Flegrei. Senza timore d’esser smentito, un lavoro assolutamente godibile. La massa di sensazioni che mi ha fatto prigioniero ha trovato un porto e stabile e sicuro. Come non provare un tuffo al cuore quando partono le note dello slow che fa da sottofondo al discorso
del Gatto e la Volpe. Colonna sonora inoltre, del duello di un Antonio Magurno vestito da gladiatore, e le panzane raccontate dal “manager” Michele Pecora (grande Frassica!) a due graziose fanciulle che desiderano conoscere Edoardo. Non posso sbagliarmi. Queste che vedo sono alcune riprese del Primo Video Clip nella storia della musica italiana! Ecco Tony Esposito,di bianco vestito, accanto a Edoardo che, insieme a una folla di curiosi, segue la “parata” dei due attori coi costumi della coppia di imbroglioni. Rewind on my mind: 1977, Domenica in, conduzione del Mitico Corrado Mantoni. Attesa fremente, tv in bianco e nero, io e mia sorella sulle spine. Presentazione di Burattino senza fili, con relativi video… E poi Edoardo, all’interno del set fotografico per gli scatti della copertina. La location: una mega azienda con tante scrivanie. Lui, barba accennata, camicia, cravatta, sguardo allucinato. Alienato e docile. Pronto per esser messo in riga, catalogato e controllato da Mangiafuoco. Eccolo poi, davanti al tavolo da disegno. Illustra un progetto e declama: «Questo è un progetto di prigione modello. Dove vanno a finire il gatto e la volpe & company. Si sta molto bene… É una prigione modello.» Ricordo il clip de La fata, girato in sala di registrazione, con “scandaloso” topless della bellissima modella che vestiva i panni di questa personaggio che accompagna l’immaginario maschile. Naturalmente non venne trasmesso a Domenica in, ma a L’altra domenica, rai 2. Il buon Arbore sapeva come far venire colpi apoplettici
ai funzionari televisivi dell’epoca. E io, come un cretino, a scattar foto allo schermo televisivo, convinto di catturare le immagini del mio beniamino. Non avevo fatto i conti con otturatore, tempi di posa eccetera.
Ritorno al presente: segue l’intensa interpretazione di Sogni, un brano nel quale mi riconosco. I Velvet sul palco con Una settimana, un giorno e a casa di Edoardo. Peccato che nella post produzione si sia scelto di inserire la versione in studio del pezzo. Chissà poi, chi è la “misterious woman” che compare nel verso In un momento solo conoscerti, amarti. Seguono le ironiche elucubrazioni maniacali di Edoardo; si va dai germogli concettuali
che faranno da cornice all’album – concept L’uomo occidentale, alla richiesta (povero Giancarlo!) del panino con provola e mortadella. Non è misteriosa un’altra donna: mora, canotta bianca. In prima fila, davanti alle transenne. Bella. Accaldata. Trasognata. Rapita dai versi di Edoardo. Un’amica di molti di noi! Il dvd scorre via.
Veloce e deflagrante come un temporale d’estate. Breve e intenso. Come quando vado col pensiero agli anni trascorsi a domandarmi: «Chissà dove erano e cosa facevano loro…»
Probabilmente è il timore ancestrale di perdere di vista coloro ai quali voglio bene.
E di sicuro voi entrate a pieno diritto in questa lista un po’ speciale.
Antonio Dubois
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