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9/11/2009: Franz è il mio nome

Preveggenza? No. Emulo di Nostradamus in salsa napoletana? Neanche.
Piuttosto, credo che un artista sia in qualche modo “toccato” da un’entità superiore sconosciuta ai più. Come un diapason in sempiterna vibrazione. Ed ecco quindi la (s)folgorante visione della caduta del Muro di Berlino tredici anni prima che ciò accadesse, contenuta nell’album ‘La torre di Babele. Senza troppi fronzoli lessicali, la trama verbosonora è affidata alla favola. O meglio, a uno spicchio di quella Favola che diventerà portentosa –in termini di vendite e di successo- un anno dopo: Burattino senza fili. Il famoso tiro perfetto…

Infatti, Edoardo dà un nome al barrocciaio, al conduttore del carro trainato dagli asini che porta i ragazzi
nel paese dei balocchi. Il suo nome è Franz, nazionalità tedesca e trasporta –clandestinamente e a peso d’oro-
i berlinesi dell’est. Parenti poveri della parte opulenta della stessa città: Berlino.

Novello cicerone, Franz attira nella sua trappola affabulatoria i concittadini reietti bramosi di lusso, tecnologia, ma anche disperati perché le loro famiglie si sono sfaldate. Così Vicini e così Lontani, divisi da un muro simbolo della spartizione mondiale da parte dei potenti. Si parte per un viaggio che cambierà –letteralmente- l’esistenza di ognuno…

Franz è il mio nome e vendo la libertà a chi vuol passare dall’altra parte della città
compra il biglietto e non ti pentirai per quello che ti dò non costa assai
Domani è il giorno, domani si partirà con una carrozza per l’altra parte della città
e come pinocchio non crederai ai tuoi occhi quando vedrai il paese dei balocchi

Eccola la città! Eccola!!! Nessun racconto poteva eguagliare la visione di luci multicolori, di musiche e balli,
di tanta agognata trasgressione. Da acquistare a qualsiasi prezzo. Certo, bisogna pronunciare una parola proibita chiamata: ‘capitalismo’, concorrere per superare gli altri e possibilmente vincere. Architrave di un’unica, ubriacante parola: LIBERTÀ…

West Berlino splendente ti apparirà e nella notte la luce ti abbaglierà
e nelle vetrine aperte ai desideri i sogni tuoi proibiti fino a ieri
Senti che suoni, c’è musica dall’altra parte e nelle strade la gente che si diverte
è sempre festa, l’altra città ti aspetta non perder tempo, compra il biglietto in fretta

In occidente si ama, si tradisce, si odia, si uccide, si rinnega la propria fede. Ci si sente vittime e giustizieri allo stesso tempo. Giocatori di una roulette profumatapuzzolente di danaro. Unico dio. Unica fede. Cartellino rosso per chi non può più giocare, ovvero non può più spendere. Anche qui premonizione del crollo economico mondiale che ancora sovrasta minaccioso l’occidente. Ma d’altronde si è consapevoli del proprio ruolo in questo gioco e da un giorno all’altro ci si ritrova manichini in un negozio passato di mano. Non più acquirenti, ma merce passata di mano in mano. Senza più vita, senza più anima…

Lì tutto è permesso, lì tutto si può comprare e ti conviene spendere senza pensare
e se non avrai più i soldi una mattina ti troverai dall’altra parte della vetrina
È come un gioco, e ognuno ha la sua parte e quando alla fine avrai giocato tutte le tue carte
non ci pensare no, non aver paura che nella vetrina farai la tua figura

Antonio Dubois

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I commenti da FB

Antonio Uccello: E vendo la libertà a chi vuol passare dall’ altra parte della città!
Questa sì che è una delle più belle canzoni di Edoardo.

Francesco Gamna: Antonio… perfetta spiegazione del pezzo!!! Profetico al 100%

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Dal Forum del www.edofans.org.

Gasteropode: Grazie Dub, per averci ricordato (purtroppo ogni tanto sembra essercene bisogno…) chi e’ Edoardo Bennato. Un artista assoluto, un poeta insuperato. Nella sua carriera ha toccato vertici di analisi sociale e filosofica che NESSUNO dei suoi colleghi musicisti-cantautori ha mai nemmeno lontanamente avvicinato. Questo e’ l’Edoardo Bennato che ha il diritto di restare da caposcuola assoluto nella storia della musica leggera italiana. Questo e’ l’Edoardo Bennato che il “pubblico ammaestrato” (ne cito un altro che non e’ mica male)
ha dimenticato.

GHIROS74: Grazie Dubois anche da parte mia aver ricordato l’Edoardo dimenticato per il “quieto vivere” quello che mi fa pensare è che i media hanno completamente dimenticato il contributo di Edoardo alla causa della musica in Italia dovrebbero fare uno speciale dedicato ad edo e capire cosa ci sta dietro a In prigione in prigione a Eccoli i prestigiatori ad Assuefazione ma anche alle recenti Rosa da segnare o Non c’è tempo per pensare. Non credo alla veggenza di Bennato ma credo che sia una persona che ragiona senza preconcetti
o bandiere (e questo lo ha pagato con l’esilio musicale durato sette anni per un disco nuovo) ho letto recentemente di Battiato che ha detto di non essere d’accordo con la filosofia di Edoardo di Sono solo canzonette. Non posso pensare che non abbia colto la vera ironia!

Agenore: Grande Dubois! Una delle mie canzoni preferite!

fra: La preveggenza non è un dono da astrologo nè si esercita leggendo i fondi del caffè o il volo degli uccelli. È la capacità di leggere la realtà e di intuirne le istanze, i pensieri delle persone e i cambiamenti latenti.
Edo non è mai stato un servo di partito perché non s’è mai accontentato di scrivere l’articolino di cronaca né
di fare il trattato di sociologia…lui cercava di capirla la realtà e, infatti, tante volte è andato a disegnare scenari
che anni dopo si sono verificati!

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